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Il Nome Santissimo di Gesù, festa “primaria” per i Rogazionisti

Otto giorni dopo la sua nascita, seguendo la consuetudine in Israele ed obbedendo a quanto l’Angelo aveva detto loro, Maria e Giuseppe imposero al Bambino il nome «Gesù». Il termine corrisponde all’ebraico Yēshūa‛ che significa «Yahweh è salvezza», forma tardiva di «Yoshūa‛», Giosuè, nome molto comune nel Nuovo Testamento. Il Nome di Gesù sin dai primi tempi è stato sempre onorato e venerato nella Chiesa e dal secolo XIV ebbe il culto liturgico. Grande ed infaticabile apostolo fu San Bernardino da Siena che diffuse questa devozione affermando che esso «è luce ai predicatori, poiché fa luminosamente risplendere, annunciare e udire la sua parola». Egli inoltre confezionò il trigramma IHS (Iesus hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini) inscritto in un sole dorato con dodici raggi. La Compagnia di Gesù (i Gesuiti) lo prese come suo emblema diventandone sostenitrice del culto e della dottrina. Il giorno della celebrazione liturgica mutò nei vari secoli in una delle domeniche di gennaio, per poi fissarsi al 2 gennaio fino agli anni Settanta del Novecento, quando fu soppressa. San Giovanni Paolo II la ripristinò nel Calendario Romano collocandola al 3 gennaio come memoria facoltativa. S. Annibale Maria Di Francia volle per i suoi figli spirituali che tutto il mese di gennaio fosse consacrato al Nome SS.mo di Gesù nutrendone uno specialissimo culto e ritenendo questo Nome «dolce, santo, amabile, divino, glorioso». Col suo genio inventivo e devozionale, fece riprodurre il nome IESUS e vi aggiunse le lettere M.I.A.B. che corrispondono a Maria (M), Giuseppe (I), S. Antonio (A) e S. Bernardino (B). L’Opera Rogazionista per un rescritto della S. Sede celebra la festa in forma solenne il 31 gennaio di ogni anno. P. Angelo Sardone


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